Sono nato in una famiglia disfunzionale e cresciuto in presenza dell’alcolismo e della violenza fisica. La vita mi fece dono di un contesto all'apparenza duro: mancanza di amore, mancanza di libertà, mancanza di gioia, mancanza di abbondanza. Crescendo mi sentivo l’essere più sfortunato della terra. Dagli occhi di quel bambino ovunque guardassi non ce n’era un altro che vivesse in un contesto di disperazione e costrizione pari al mio. Mi mancava qualsiasi cosa potesse ispirare e sostenere lo sviluppo della mia anima che cercava qualcosa di più grande.
Stretto nel pugno di questa ferita primordiale, credevo che la vita fosse un destino tragico e immutabile da accettare e soffrire fino alla fine. Ma invece il dolore stimolò in me il desiderio di sognare un mondo diverso. Col tempo questo sogno mi connesse alla mia forza vitale e mi diede il potere di andare a cercare ciò che mi mancava. Se dovessi descrivere la mia vita fino ad oggi, sarebbe quella di un sognatore che cercava di creare la propria realtà.
Mi imbarcai in numerose avventure sia nel mondo esterno che in quello interiore, guidato da uno spirito di curiosità e da una profonda dedizione alla conoscenza di me, allo sviluppo personale, alla guarigione, all’espansione e alla crescita. Durante questa ricerca di conoscenza aggiunsi alle mie due lingue natali - italiano e inglese - il francese, il tedesco e lo spagnolo, credendo che forse le risposte fossero scritte in un'altra lingua. I miei viaggi cominciarono in Italia e mi portarono in Germania, Francia, Spagna, Marocco, Grecia, Turchia, Bulgaria, Romania, Croazia, Bosnia e Inghilterra.
Trovai sempre maggiore connessione col mio sé superiore, e scoprii che aveva tutte le risposte di cui avevo bisogno, se solo l’ego e la mente cognitiva si facevano da parte. A volte questo sé superiore si manifestava come un’inspiegabile abilità nel vedere e capire una cosa o una persona, o a volte come un’intangibile saggezza interiore che mi indicava quando una cosa era giusta per me oppure no. Per oltre un decennio notai che man mano che cominciavo a farmi le domande giuste, il mio sé superiore si manifestava portando risposte o guidandomi verso domande più profonde.
Imparai ad onorare che l’unica relazione che volevo con la vita era quella allineata emotivamente, fisicamente e spiritualmente. Attraverso questa odissea di scoperta personale, affinai una maggiore sensibilità al mondo intorno a me e la mia intuizione divenne più profonda. Mi trovai situazione dopo situazione ad offrire la mia prospettiva ad altri che non riuscivano a vedere queste verità per conto loro. Presto cominciarono a cercare i miei consigli e la mia guida. Nella ricchezza di quei momenti di interconnessione con l'altro, ero maggiormente me stesso. Adesso so che la mia sfortuna emotiva e il cammino che ha generato mi hanno permesso di guardare profondamente nella ricchezza della vita e del dolore, per poter ricevere pienamente l’altro e sostenerlo nel suo cammino dal buio alla luce.
A quel tempo avevo anche una crescente passione per il teatro. Recitare offriva un contesto in cui la maestria del reinventarsi completamente per incarnare un’altra vita non era solo incoraggiata, ma necessaria. Nel 2009 venni accettato alla Guildhall School of Music and Drama a Londra, reputata fra le 10 migliori al mondo. Fui uno dei 26 studenti selezionati da un bacino di 2600 candidati. Se non esistono coincidenze, certo questo colpo di fortuna era il preludio a una maggiore crescita nella mia vita.
Lasciai la Toscana e mi imbarcai in un’avventura ardua e impegnativa. Alla Guildhall avrei passato 3 anni lavorando intimamente con l'infinito potere delle parole e dei pensieri, imparando ad ascoltare e ad essere presente. Dovendo vedere il mondo attraverso gli occhi di qualcun altro acuí la mia empatia e intelligenza emotiva. Mi lanciai nell’esplorazione del corpo, scoprendo l’immediatezza dell’espressione fisica e imparando i segreti della comunicazione inconscia e non verbale. Lavorai la mia voce, e portai la mia passione per la comunicazione ad un livello più alto. Imparai ad utilizzare il potere dell’immaginazione per creare nuovi mondi, lavorando sotto estrema pressione e portando la performance al massimo livello tutti i giorni a prescindere da qualsiasi cosa. Imparai ad eccellere all’interno di un tempo dato, e ad identificare i passi necessari affinché la creazione fosse pronta all’apertura del sipario. Imparai a guidare una compagnia, a giocare di squadra, a seguire il flusso, ad adattarmi e a improvvisare. Imparai a connettermi con gli altri, a capire la legge della risonanza e le dinamiche di gruppo e a vedere l’interconnessione di tutte le cose.
Nell’ultimo spettacolo dell’ultimo anno di scuola mi assegnarono il protagonista Charlie nel musical “Chaplin”. Nelle due ore e mezzo di spettacolo fui in scena per due ore. Lo spettacolo vide il pubblico ridere e piangere. Il giorno della consegna della Laurea mi conferirono il Chairman’s Prize. Fu nella gioia di quel momento che mi accorsi che recitare soltanto, di per sé non mi completava. Riconobbi in modo ancora più profondo che la mia più grande verità fin da adolescente era che i momenti in cui mi sentivo più vivo erano quelli in cui sostenevo e incoraggiavo gli altri a trovare le loro risposte, vedendoli tornare alla vita con fiducia.
In questo momento di ispirazione divina, il coaching entrò nella mia consapevolezza. Il giorno dopo cercai le scuole migliori per formarmi e cominciai il training la settimana successiva.
Negli anni che seguirono continuai ad approfondire la mia competenza nel campo della consapevolezza (consciousness) e i miei studi mi portarono a scoprire il Kundalini Yoga, che riconobbi come un complemento naturale al mio lavoro e un espansione sia della mia pratica individuale che della mia capacità di servire gli altri. Formarmi come insegnante fu un passo organico per portare questo canale psico-fisico ai molti.
La mia formazione come attore non mi ha soltanto guidato alla professione del coaching e resomi un insegnante migliore, ha anche creato il contesto nel quale poter sostenere individui, organizzazioni e comunità a reinventare la propria vita. Molto tempo fa mi accorsi che potevo scegliere se analizzare il passato e tutti i modi in cui aveva condizionato il mio presente, o guardare alla persona che volevo diventare e lasciare che il futuro ispirasse e trasformasse il mio qui e ora.
La mia missione come coach e insegnante è quella di co-creare lo sviluppo di questo mondo in divenire tenendo uno spazio di luce e verità all’interno del quale altri possano farsi avanti. È stato un gioioso ritorno alla mia verità interiore, che non ha mai smesso di tenere la luce viva.